domenica 26 giugno 2011

L'ossessione Anoressico-Bulimica diventa una performance


 
Decidere di mettersi in gioco. Dopo anni di un equilibrio precario, di mancanze, da una parte e di eccessi, dall’altra. Ha deciso di farlo Giovanna Lacedra, 33 anni, insegnante di storia dell’arte con il desiderio di fare l’artista, un desiderio mozzato dalla paura del giudizio degli altri. La stessa paura che c’è dietro alla sua vita di anoressica-bulimica, un percorso che dura da 14 anni, con un apice, o meglio con un tonfo nel 2005, anno al quale risalgono i suoi quaderni riempiti di parole, pensieri, stati d’animo, calorie, liste numeriche, pagine che hanno registrato quello che stava accadendo al suo corpo, ma soprattutto a lei stessa. Pagine che il 30 giugno saranno al centro di una performance dal titolo emblematico - IO SOTTRAGGO: La Triangolazione Cibo-Corpo-Peso, in scena alla Galleria Famiglia Margini di Milano.

FRAMMENTI DI UN DIARIO CHE URLAVA BISOGNO D’AMORE – “La performance parte dai quaderni che ho scritto nel 2005, nei tre-quattro mesi in cui sono scivolata”, racconta Giovanna Lacedra. “Nel giro di cinque-sei mesi sono passata da 53 a 39 kg (per 1m e 71 di altezza n.d.r), a cui è seguito un ricovero urgente in un ospedale milanese dove facevano una terapia di alimentazione forzata: sono uscita con una serie di chili in più e sicuramente il corpo aveva riacquistato vigore, ma l’anoressia e la bulimia non sono disturbi dell’appetito. Non ti passa il desiderio di mangiare, o nel caso della bulimia, la compulsione a divorare qualsiasi cosa. Le bulimiche non desiderano del cibo fine a se stesso: è un bisogno di riempirsi la bocca perché forse si vorrebbero dire delle cose che non ce la fai a dire, perché hai un vuoto dentro che non sai nominare, non lo sai gestire. E’ una malattia dei sentimenti: diventa il tuo modo di soffrire e di manifestare a te stessa e agli altri il tuo malessere. A mio parere, non esiste anoressia senza bulimia e viceversa, le due patologie coesistono. Il punto è non saper stare in equilibrio: c’è sempre una dicotomia tra lo zero e l’assoluto, o non mangio niente o se mangio, mangio qualsiasi cosa. La cosa che ancora mi dimostra che non sono libera dal sintomo è che non posso tenere in casa un pacco di merendine: le mangerei tutte e dieci, una dietro l’altra e poi il mio stato d’animo sarebbe completamente devastato, con un senso di colpa martellante”.


L'OSSESSIONE ANORESSICA –BULIMICA - Ho iniziato ad avere i primi disturbi del comportamento alimentare molto tempo fa, a vent’anni. Dal momento che questa patologia inquina gli aspetti della vita, ha bloccato la realizzazione di me stessa, io che vorrei fare l’artista so che questa patologia mi ha bloccato nel cercare di mettermi in gioco. E’ una malattia fatta di ossessioni: qualcosa che ti occupa la mente e ti distoglie da tutto il resto. Si nutre di tutti quegli aspetti che fanno parte dell’ipercontrollo, dei rituali quotidiani dei quali non riesci a liberarti, che ti accompagnano negli anni, a seconda del periodo, più feroci o più latenti”. Un disturbo che provoca solitudine: “Sono cose tue che non condividi con gli altri, che fai fatica a raccontare, dal controllo spasmodico del corpo al controllo delle calorie quando vai al supermercato”.


TRASFORMARE IN ARTE LA PATOLOGIA - Un’idea nata quando Lacedra ha conosciuto la gallerista Grace Zanotto che le ha proposto di rappresentare questo suo problema: “Mi blocca nel mio desiderio di dipingere, perché non mi sento libera di fronte alla tela, per la paura del giudizio degli altri. Metterò in scena quelle ossessioni che rendono il corpo il sintomo di un disagio che arreda la vita di un’anoressica o bulimica, ogni giorno, sottraendo tempo a quelle che poi sarebbero le cose vere da vivere. Alla base c’è il terrore del non riconoscimento perché da bambina non sono stata riconosciuta per il mio valore. Farò qualcosa di comunicativo a livello visivo: sarà esposto il mio diario ( che rimarrà in galleria fino al 7 luglio n.d.r.) le cui pagine sono state fotocopiate e disposte lungo le pareti dello spazio, una accanto all’altra in maniera progressiva, intervallate da foto proiettate su uno schermo al plasma, foto di me stessa di quando ero ridotta a scheletro, autoscatti fatti per il bisogno di controllare come stavo modificando il mio corpo, come lo stavo svuotando, come lo stavo scolpendo, quella che era diventata l’unica vera occupazione che mi toglieva tutte le energie, ma anche l’unico progetto che veramente riuscivo a portare a termine. Il mio viso compare solo in un paio di scatti, per lo più sono fotografati dettagli del mio corpo, una sorta di reportage dell’annullamento del corpo. Sarò io la protagonista: mi racconterò con i gesti e alla fine parlerò, il tutto su due brani tratti dall’album Ballate tra piccole iene degli Afterhours. So che prima di me hanno affrontato questo tema Fabiola De Clercq, fondatrice dell’ABA e autrice del libro autobiografico "Tutto il Pane del Mondo" nel 1990, e come artista Vanessa Beecroft, attraverso una performance negli anni ‘90 dove espose il suo “Libro del cibo” performato da ragazze che come lei frequentavano l'Accademia di Brera. Io metterò in gioco me stessa: il mio corpo di fronte allo specchio. Ci sarà inoltre una bilancia, un vasetto di yogurt e del cibo, si giocherà tutto tra questo triangolo: il cibo, il corpo riflesso nello specchio, il peso su una bilancia e il dolore che c’è sotto. Il mio obiettivo è dimostrare che queste ossessioni sono la manifestazione di un dolore molto più grave, dove il corpo diventa il bersaglio, l’ipercontrollo del corpo e del peso vuole essere un’ illusione di poter controllare i sentimenti, dimostrare di non aver fame d’amore fin quando non ce la si fa più a dire no e arriva un momento di follia in cui si divora il cibo”.

VALENZA TERAPEUTICA –Ho deciso che non mi importa tenere per me i miei panni sporchi, questo è un modo per fare arte, e un modo per mettere in evidenza aspetti che la gente non conosce, con una valenza terapeutica per me, grazie a una condivisione e a una sensibilizzazione sul problema. L’anoressia non è un capriccio, non è finalizzata solo all’estetica come molte persone pensano. Se mi dovessero accusare di esibizionismo direi che questa patologia è già una forma di esibizionismo: si vuole esibire il corpo perchè si vuole mostrare il dolore che altrimenti non si sa comunicare, si vuole essere invisibili per impressionare lo sguardo. Per me stessa è un modo per consegnare al mondo tutto quello che ha fatto parte di questi 14 anni che ho tenuto nascosto. E’ un modo per mettermi in gioco, per rielaborare, per fare un passo in avanti. Mi aspetto che risulti una performance di qualità perché si tratta di un argomento importante da approfondire attraverso l’arte, se questa può essere veicolo, come lo è la scrittura e la letteratura”.

MALATTIA DEI SENTIMENTI CHE COINVOLGE TUTTA LA FAMIGLIA – Il consiglio ai genitori che hanno una figlia o un figlio che ne soffre? “L’anoressia e/o la bulimia nascono da un bisogno d’amore che ha radici nella famiglia, nell’incapacità di relazionarsi. Devono cambiare anche le relazioni tra i genitori per evitare il rischio che la ragazza si porti dietro il problema per anni. Le giovani che sviluppano questo disturbo spesso da piccole sono state delle piccole adulte che si sono responsabilizzate in fretta, perfezioniste, convinte di non essere meritevoli e all’altezza delle situazioni, persone che non hanno ricevuto un’educazione affettiva, che magari è mancata agli stessi genitori. E’ l’amore il problema, l’amore non ricevuto, che non sai dare a te stessa, che non sai ricevere, che ti porta difficoltà ad avere relazioni con gli altri, sia amicali che sentimentali. Da qui nasce il costante bisogno di approvazione, la paura del rischio e il terrore dell’abbandono. E’ un percorso lungo e tortuoso da affrontare con uno psicoterapeuta che, nel caso di adolescenti, deve esser affrontato con i genitori, che siano insieme o separati , perché anche loro devono mettersi in discussione”, conclude Lacedra.

Una patologia dei sentimenti nella quale cercare di imparare ad usare la parola, recuperando la comunicazione interrotta è solo l’inizio.

IO SOTTRAGGO
(La Triangolazione Cibo-Corpo-Peso)


Performance by Giovanna Lacedra
30 giugno 2011 – ore 19.30
a Cura di Grace Zanotto:
Galleria Famiglia Margini
Via Simone D’Orsenigo, 6
20135 Milano

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