Come molti di voi sapranno giorno 8 Luglio presso il Palazzo dei Carmelitani a Partinico abbiamo presentato mediante il convegno: "al di là delle mura domestiche non sei sola" il CENTRO ANTIVIOLENZA ADID - AIUTO DONNE IN DIFFICOLTA'.
Per noi è stato un'appuntamento importantissimo perchè dopo anni di duro lavoro sul territorio abbiamo portanto davanti alle telecamere e alla cittadinanza di Partinico le testimonianze delle donne che in questi anni ci hanno seguito e che abbiamo supportato e aiutato nel loro percorso.
Oltre alle interviste e ai servizi di TeleJato e Tv7 che avete visto in questi giorni inserisco su questo Blog anche il video che abbiamo proiettato quel giorno. Un video che parla di violenze, di donne, di speranza... Vi prego soltanto di andare al di là delle immagini e soffermarvi sulla sofferenza, sul dolore e sul silenzio che queste donne ogni giorno sperimentano sulla loro pelle e che diversamente da molti ritornando a casa non si ritroveranno delle braccia aperte ad sostenerle ma violenze e abusi di ogni tipo...
Cosi come è stato detto al convegno ribadisco qua... il centro antiviolenza ADID non è nostro ma vostro...è di tutti, società civile, istituzioni e enti locali... Dovete essere anche voi a difenderlo insieme a noi con forza e coraggio, e sostenere con la vostra presenza il nostro lavoro...
Il tema
della violenza sulle donne mi coinvolge non tanto come legislatore
ma soprattutto come donna. Conosco da tempo l'opera meritoria della vostra
associazione in un territorio difficile. Vorrei sottolineare l'importanza che
l'associazione Fidelis Onlus ha per il distretto di Partinico.
Opera che prosegue con l'aiuto nei
confronti delle donne vittime di violenze attraverso iniziative che vanno
dall'informazione a un vero e proprio "Sportello donna".
Il
fenomeno della violenza sulle donne ha però negli ultimi anni assunto
proporzioni mai viste, tanto che in alcune inchieste giornalistiche si è parlato
di vero e proprio femminicidio. Io credo che la politica sia fatta di azioni
concrete e questo governo ha realizzato molto per le donne. Già dai primi mesi
del suo insediamento il Parlamento ha approvato la legge contro la violenza
sessuale che prima di allora, come tutti noi ricordiamo, non era violenza contro
la persona. Finalmente anche nel nostro Paese abbiamo introdotto il reato di “Stalking”, una ferma
risposta alla violenza fatta di comportamenti intrusivi che spesso degenerano in
atti di violenza fisica, fino ad arrivare alla morte.Basti pensare che
secondo l’Osservatorio nazionale stalking, le persecuzioni – che hanno per
vittime soprattutto donne - in un caso su due sono ad opera di ex mariti, ex
conviventi, ex fidanzati, ma possono essere compiute anche da conoscenti,
colleghi o estranei. E' stato inoltre istituito un numero verde il 1522 un servizio di accoglienza
telefonica e sostegno per le donne vittime di violenza, oltre alla diffusione di
campagne di comunicazione e di informazione.
Cari amici continuate nella vostra
"missione", io seguirò sempre le vostre iniziative.
MILETO (Vibo Valentia) - Quattro insegnanti dell’asilo di Mileto sono state arrestate dai carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia con l’accusa di maltrattamenti aggravati ai danni di un bambino disabile di cinque anni.
Il bambino è stato ripetutamente picchiato, anche più volte al giorno, e sottoposto ad altre forme di vessazione.
Le indagini si sono basate su videoriprese in cui sono documentati i maltrattamenti subiti dal bambino.
Le quattro insegnanti sono state poste agli arresti domiciliari, mentre nei confronti di una quinta, indagata nella stessa vicenda, è stato emesso un provvedimento di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dal bambino. Le quattro maestre sono state arrestate in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Vibo Valentia su richiesta della Procura della Repubblica. Le maestre sono:
Adriana Mangone di 50 anni,
Elena Magliaro di 38,
Maria Teresa Spina di 57,
tutte di Mileto, e di
Francesca Cimino De Liguori di 46 anni, di Vibo Valentia.
La quinta maestra indagata è
Rosa Maria Riso, di 37 anni, di Vibo Valentia.
Le indagini che hanno portato agli arresti erano state avviate nello scorso mese di aprile sulla base di informazioni confidenziali giunte ai carabinieri di Mileto, ai quali, in forma anonima, è stato anche recapitato un dvd con le immagini registrate di alcune donne che rimproveravano un bambino che piangeva ininterrottamente.
I carabinieri hanno scoperto successivamente che i maltrattamenti avvenivano all’interno dell’asilo dopo avere installato nell’istituto alcune telecamere.
«La maestra Adriana, ma anche tutte le altre». È il racconto del piccolo Domenico, cinque anni, delle violenze subite nell'asilo comunale di Mileto per le quali i carabinieri hanno arrestato quattro maestre. Il bambino, nella testimonianza fatta al consulente tecnico nominato dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia alla domanda «quanto botte ti danno?», risponde «tante» ed indica la faccia come punto in cui veniva picchiato.
Gli schiaffi erano così violenti che il bambino spesso poggiava la faccia sul banco e sul pavimento per alleviare il calore che avvertiva. Elen Magliaro, una delle maestre arrestate per i pestaggi a Domenico, tra l'altro, era la sua insegnante di sostegno. I maltrattamenti subiti dal bambino sono stati documentati nelle riprese effettuate nell'asilo dai carabinieri.
Le maestre, per spaventare il bambino, lo portavano in una stanza buia in cui gli facevano credere si trovasse, secondo il racconto del piccolo, «uno con la maschera tutto brutto e tutto nero che chiamavano Don Rodrigo». I pestaggi cui viene sottoposto il bambino sono continui e ripetuti anche in uno stesso giorno.
Gli schiaffi, in alcuni casi, sono anche quattro-cinque in rapida successione, con il bambino che tenta invano di difendersi proteggendosi il viso con le braccia. I maltrattamenti nei confronti del bambino finiscono dopo che cominciano le indagini dei carabinieri e le maestre vengono sentite dai militari. «Il bambino, fino a quel momento vessato ogni giorno dalle maestre - scrive il gip nell'ordinanza di custodia cautelare - viene fatto oggetto di particolari premure e accortezze».
Fonte: Il messaggero
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«La maestra Adriana, ma anche tutte le altre». È il racconto del piccolo Domenico, cinque anni, delle violenze subite nell'asilo comunale di Mileto per le quali i carabinieri hanno arrestato quattro maestre. Il bambino, nella testimonianza fatta al consulente tecnico nominato dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia alla domanda «quanto botte ti danno?», risponde «tante» ed indica la faccia come punto in cui veniva picchiato. Gli schiaffi erano così violenti che il bambino spesso poggiava la faccia sul banco e sul pavimento per alleviare il calore che avvertiva.
Elen Magliaro, una delle maestre arrestate per i pestaggi a Domenico, tra l'altro, era la sua insegnante di sostegno. I maltrattamenti subiti dal bambino sono stati documentati nelle riprese effettuate nell'asilo dai carabinieri. Tra l'altro, le maestre, per spaventare il bambino, lo portavano in una stanza buia in cui gli facevano credere si trovasse, secondo il racconto del piccolo, «uno con la maschera tutto brutto e tutto nero che chiamavano Don Rodrigo». I pestaggi cui viene sottoposto il bambino sono continui e ripetuti anche in uno stesso giorno. Gli schiaffi, in alcuni casi, sono anche quattro-cinque in rapida successione, con il bambino che tenta invano di difendersi proteggendosi il viso con le braccia. I maltrattamenti nei confronti del bambino finiscono dopo che cominciano le indagini dei carabinieri e le maestre vengono sentite dai militari. «Il bambino, fino a quel momento vessato ogni giorno dalle maestre - scrive il gip nell'ordinanza di custodia cautelare - viene fatto oggetto di particolari premure e accortezze».
Articolo del Giornale di Sicilia e servizio dell'emittente TeleJato
Servizio del 7 Luglio 2011
Sevizio dell'emittente TeleJato sull convegno: Al di là delle mura domestiche non sei sola
Articolo del Giornale di Sicilia
L'Associazione
Fidelis Onlus vuole ringraziare tutti gli intervenuti malgrado la giornata
afosa.
Questa è
stata per noi dell'Associazione Fidelis Onlus una giornata importantissima, un
momento di aggregazione e condivisione con le Istituzioni, Enti locali, mondo
sociale e società civile.
Importante
per noi è stato l'impegno, fin dall'inizio, del Comune di Partinico nella
persona del Sindaco Salvo Lo Biundo e dell'Assessore alla solidarietà sociale
il Dott. Giacomo Russo. Va dato loro merito di aver con coraggio e costanza
appoggiato fin dalla sua nascita il Centro antiviolenza ADID -
Aiuto donne in Difficoltà, che come avete sentito più volte nel servizio di
TeleJato sarà trasferito in un bene confiscato alla Mafia.
Va inoltre
ricordato che il Progetto Centro Antiviolenza ADID è stato finanziato dalla
Provincia Regionale di Palermo - Dipartimento politiche sociali.
Cogliamo
l'occasione, pertanto, di ringraziare a nome dell'Associazione:
Il Presidente della Provincia Regionale di Palermo - Giovanni Avanti
Il Direttore
delle Politiche Sociali della Provincia Regionale di Palermo - Dott. Massimo
Rizzuto
Il
Consigliere della Provincia Regionale di Palermo - Dr. Antonio Angelo.
Importante
rammentare che presso il Comune di Borgetto con fondi comunali è stato
istituito lo "Sportello Antiviolenza Donna" grazie all'impegno
e alla sensibilità dell'Assessore alla Solidarietà Sociale Vito Riina e del
Sindaco Giuseppe Davì. Come avete sentito lo stesso "Sportello
Antiviolenza donna" sarà trasferito in un altro bene confiscato alla Mafia
del comune.
Tutto questo
ha un sapore autentico di un impegno che va al di là del colore politico e si
pone come pietra miliare nella creazione di una rete antiviolenza che manca sul
nostro territorio.
Ringraziamo per la loro presenza e per aver portato la loro testimonianza viva
e vera del percorso di rinascita che hanno fatto con noi in questi anni le
utenti:
La Sig.ra Saveria Leto;
La Sig.ra
Mariella Musso;
La Sig.ra
Elisa Brusca;
La Sig.ra
Greta Contino.
Le loro Parole hanno, più di ogni altra cosa, fatto comprendere a tutti quanto
sia stato, è e sarà importante il nostro lavoro sul territorio.
Un plauso e
un profondo ringraziamento va all'opera del Sindacato di Polizia SIAP che,
mediante gli interventi della Dott.sa Edvige Pastorelli e del Dott. Luigi
Lombardo ci hanno fatto conoscere il lavoro che loro svolgono sul territorio di
Palermo.
Ringraziamo infine:
La Sociologa del dipartimento di salute
mentale del Comune di Partinico
Dott.ssa
Rossella Caleca
Il servizi
sociali del comune di Partinico
Dott.ssa Angela Puccio, Dirigente del Settore Servizi sociali
L’Assistente
sociale Dott.ssa Salva Polizzi, e la Dott.ssa Renate
L’Assistente
sociale del Comune di Borgetto
Dott.ssa
Mariella Intravaia che in tutti questi anni è sempre stata al nostro fianco ed
è uno dei nostri punti di riferimento.
La sentenza del tribunale di Cosenza. Nove anni e tre mesi di carcere all'ex frate cappuccino. I pm ne avevano chiesti otto. Il religioso reagisce urlando: "Vergognatevi tutti, avete infangato un sacerdote onesto". Sei anni e tre mesi al suo segretario, Antonio Gaudio
COSENZA - Nove anni e tre mesi di reclusione: è questa la condanna inflitta dal tribunale di Cosenza a padre Fedele Bisceglia, giudicato colpevole di violenza sessuale su una suora. Il tribunale ha condannato anche il segretario, Antonio Gaudio a sei anni e tre mesi per lo stesso reato. I pubblici ministeri Adriano Del Bene e Salvatore De Maio avevano chiesto una condanna ad otto anni di carcere per Bisceglia e a sei anni per Gaudio.
Lo sfogo. "Vergognatevi tutti, magistrati, suore e preti, perché è stato condannato un innocente - ha urlato l'ex religioso dopo la lettura della sentenza - Avete infangato un sacerdote onesto. E' la pagina più dolorosa mai scritta dalla magistratura di Cosenza". "Pentitevi", ha aggiunto all'uscita dal tribunale rivolgendosi alle suore dell'ordine a cui appartiene la vittima, anch'esse presenti al processo. L'ex frate ha continuato inoltre a chiedere l'intervento dell'arcivescovo di Cosenza monsignor Salvatore Nunnari.
Le suore: "Sollievo". La decisione dei giudici è stata accolta con molta soddisfazione dalle suore Francescane dei Poveri, secondo cui la sentenza "rappresenta un grande sollievo per la nostra sorella e tutte le donne immigrate coinvolte come vittime in questa triste vicenda". "E' stata un'esperienza molto dura - prosegue il comunicato - e ciò che ha sostenuto la nostra consorella e tutte noi è stata la fede e anche la fedeltà alla nostra identità di suore Francescane dei poveri. Siamo infatti chiamate ad ascoltare il grido dei più vulnerabili e la nostra suora ha trovato il coraggio di denunciare, proprio a sostegno delle altre donne, che si trovavano nella stessa situazione di abuso". "La ringraziamo - conclude la nota - per questo e per aver aperto ancora di più gli occhi e il cuore sulla drammatica situazione in cui versano tante donne vittime di violenze di ogni genere".
La vicenda. L'ex frate cappuccino, fondatore dell'Oasi dei poveri, finì in carcere il 23 gennaio 2006 per i cinque stupri denunciati dalla suora che operava nella struttura di accoglienza. La donna riferì di essere stata costretta ad assumere dei farmaci, che l'avrebbero resa completamente succube dei suoi violentatori. L'accusa ha incentrato il processo sull'esuberante personalità dell'ex frate missionario, noto per la sua passione calcistica, da vero ultrà, per la squadra del Cosenza e per avere convertito una pornostar, mentre la difesa ha puntato sulla mancanza di prove consistenti che confermassero le violenze.