martedì 12 luglio 2011

Video presentazione del Centro Antiviolenza ADID - Aiuto donne in difficoltà

Carissimi amici

Come molti di voi sapranno giorno 8 Luglio presso il Palazzo dei Carmelitani a Partinico abbiamo presentato mediante il convegno: "al di là delle mura domestiche non sei sola" il CENTRO ANTIVIOLENZA ADID - AIUTO DONNE IN DIFFICOLTA'.

Per noi è stato un'appuntamento importantissimo perchè dopo anni di duro lavoro sul territorio abbiamo portanto davanti alle telecamere e alla cittadinanza di Partinico le testimonianze delle donne che in questi anni ci hanno seguito e che abbiamo supportato e aiutato nel loro percorso.

Oltre alle interviste e ai servizi di TeleJato e Tv7 che avete visto in questi giorni inserisco su questo Blog anche il video che abbiamo proiettato quel giorno. Un video che parla di violenze, di donne, di speranza... Vi prego soltanto di andare al di là delle immagini e soffermarvi sulla sofferenza, sul dolore e sul silenzio che queste donne ogni giorno sperimentano sulla loro pelle e che diversamente da molti ritornando a casa non si ritroveranno delle braccia aperte ad sostenerle ma violenze e abusi di ogni tipo...

Cosi come è stato detto al convegno ribadisco qua... il centro antiviolenza ADID non è nostro ma vostro...è di tutti, società civile, istituzioni e enti locali... Dovete essere anche voi a difenderlo insieme a noi con forza e coraggio, e sostenere con la vostra presenza il nostro lavoro...

Grazie di cuore a tutti.

Prima parte del Video

Seconda parte del Video



lunedì 11 luglio 2011

Lettera della Senatrice Simona Vicari


Il tema della violenza sulle donne mi coinvolge non tanto come legislatore ma soprattutto come donna. Conosco da tempo l'opera meritoria della vostra associazione in un territorio difficile. Vorrei sottolineare l'importanza che l'associazione Fidelis Onlus ha per il distretto di Partinico. Opera che prosegue con l'aiuto nei confronti delle donne vittime di violenze attraverso iniziative che vanno dall'informazione a un vero e proprio "Sportello donna".

Il fenomeno della violenza sulle donne ha però negli ultimi anni assunto proporzioni mai viste, tanto che in alcune inchieste giornalistiche si è parlato di vero e proprio femminicidio. Io credo che la politica sia fatta di azioni concrete e questo governo ha realizzato molto per le donne. Già dai primi mesi del suo insediamento il Parlamento ha approvato la legge contro la violenza sessuale che prima di allora, come tutti noi ricordiamo, non era violenza contro la persona. Finalmente anche nel nostro Paese abbiamo introdotto il reato di “Stalking”, una ferma risposta alla violenza fatta di comportamenti intrusivi che spesso degenerano in atti di violenza fisica, fino ad arrivare alla morte. Basti pensare che secondo l’Osservatorio nazionale stalking, le persecuzioni – che hanno per vittime soprattutto donne - in un caso su due sono ad opera di ex mariti, ex conviventi, ex fidanzati, ma possono essere compiute anche da conoscenti, colleghi o estranei. E' stato inoltre istituito un numero verde il 1522 un servizio di accoglienza telefonica e sostegno per le donne vittime di violenza, oltre alla diffusione di campagne di comunicazione e di informazione.

Cari amici continuate nella vostra "missione", io seguirò sempre le vostre iniziative.


Vibo Valentia: botte a un bimbo disabile, arrestate 4 maestre



MILETO (Vibo Valentia) - Quattro insegnanti dell’asilo di Mileto sono state arrestate dai carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia con l’accusa di maltrattamenti aggravati ai danni di un bambino disabile di cinque anni.

Il bambino è stato ripetutamente picchiato, anche più volte al giorno, e sottoposto ad altre forme di vessazione.

Le indagini si sono basate su videoriprese in cui sono documentati i maltrattamenti subiti dal bambino.

Le quattro insegnanti sono state poste agli arresti domiciliari, mentre nei confronti di una quinta, indagata nella stessa vicenda, è stato emesso un provvedimento di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dal bambino. Le quattro maestre sono state arrestate in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Vibo Valentia su richiesta della Procura della Repubblica. Le maestre sono:

Adriana Mangone di 50 anni,
Elena Magliaro di 38,
Maria Teresa Spina di 57,

tutte di Mileto, e di

Francesca Cimino De Liguori di 46 anni, di Vibo Valentia.

La quinta maestra indagata è

Rosa Maria Riso, di 37 anni, di Vibo Valentia.

Le indagini che hanno portato agli arresti erano state avviate nello scorso mese di aprile sulla base di informazioni confidenziali giunte ai carabinieri di Mileto, ai quali, in forma anonima, è stato anche recapitato un dvd con le immagini registrate di alcune donne che rimproveravano un bambino che piangeva ininterrottamente.

I carabinieri hanno scoperto successivamente che i maltrattamenti avvenivano all’interno dell’asilo dopo avere installato nell’istituto alcune telecamere.

«La maestra Adriana, ma anche tutte le altre». È il racconto del piccolo Domenico, cinque anni, delle violenze subite nell'asilo comunale di Mileto per le quali i carabinieri hanno arrestato quattro maestre. Il bambino, nella testimonianza fatta al consulente tecnico nominato dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia alla domanda «quanto botte ti danno?», risponde «tante» ed indica la faccia come punto in cui veniva picchiato.

Gli schiaffi erano così violenti che il bambino spesso poggiava la faccia sul banco e sul pavimento per alleviare il calore che avvertiva. Elen Magliaro, una delle maestre arrestate per i pestaggi a Domenico, tra l'altro, era la sua insegnante di sostegno. I maltrattamenti subiti dal bambino sono stati documentati nelle riprese effettuate nell'asilo dai carabinieri.

Le maestre, per spaventare il bambino, lo portavano in una stanza buia in cui gli facevano credere si trovasse, secondo il racconto del piccolo, «uno con la maschera tutto brutto e tutto nero che chiamavano Don Rodrigo». I pestaggi cui viene sottoposto il bambino sono continui e ripetuti anche in uno stesso giorno.

Gli schiaffi, in alcuni casi, sono anche quattro-cinque in rapida successione, con il bambino che tenta invano di difendersi proteggendosi il viso con le braccia. I maltrattamenti nei confronti del bambino finiscono dopo che cominciano le indagini dei carabinieri e le maestre vengono sentite dai militari. «Il bambino, fino a quel momento vessato ogni giorno dalle maestre - scrive il gip nell'ordinanza di custodia cautelare - viene fatto oggetto di particolari premure e accortezze».

Fonte: Il messaggero
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«La maestra Adriana, ma anche tutte le altre». È il racconto del piccolo Domenico, cinque anni, delle violenze subite nell'asilo comunale di Mileto per le quali i carabinieri hanno arrestato quattro maestre. Il bambino, nella testimonianza fatta al consulente tecnico nominato dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia alla domanda «quanto botte ti danno?», risponde «tante» ed indica la faccia come punto in cui veniva picchiato. Gli schiaffi erano così violenti che il bambino spesso poggiava la faccia sul banco e sul pavimento per alleviare il calore che avvertiva.
Elen Magliaro, una delle maestre arrestate per i pestaggi a Domenico, tra l'altro, era la sua insegnante di sostegno. I maltrattamenti subiti dal bambino sono stati documentati nelle riprese effettuate nell'asilo dai carabinieri. Tra l'altro, le maestre, per spaventare il bambino, lo portavano in una stanza buia in cui gli facevano credere si trovasse, secondo il racconto del piccolo, «uno con la maschera tutto brutto e tutto nero che chiamavano Don Rodrigo». I pestaggi cui viene sottoposto il bambino sono continui e ripetuti anche in uno stesso giorno. Gli schiaffi, in alcuni casi, sono anche quattro-cinque in rapida successione, con il bambino che tenta invano di difendersi proteggendosi il viso con le braccia. I maltrattamenti nei confronti del bambino finiscono dopo che cominciano le indagini dei carabinieri e le maestre vengono sentite dai militari. «Il bambino, fino a quel momento vessato ogni giorno dalle maestre - scrive il gip nell'ordinanza di custodia cautelare - viene fatto oggetto di particolari premure e accortezze».

Fonte: Il Tempo

domenica 10 luglio 2011

Convegno: Al di là delle mura domestiche non sei sola

Articolo del Giornale di Sicilia e servizio dell'emittente TeleJato


Servizio del 7 Luglio 2011

Sevizio dell'emittente TeleJato sull convegno: Al di là delle mura domestiche non sei sola

Articolo del Giornale di Sicilia


L'Associazione Fidelis Onlus vuole ringraziare tutti gli intervenuti malgrado la giornata afosa.
Questa è stata per noi dell'Associazione Fidelis Onlus una giornata importantissima, un momento di aggregazione e condivisione con le Istituzioni, Enti locali, mondo sociale e società civile.

Importante per noi è stato l'impegno, fin dall'inizio, del Comune di Partinico nella persona del Sindaco Salvo Lo Biundo e dell'Assessore alla solidarietà sociale il Dott. Giacomo Russo. Va dato loro merito di aver con coraggio e costanza appoggiato fin dalla sua nascita il Centro antiviolenza ADID - Aiuto donne in Difficoltà, che come avete sentito più volte nel servizio di TeleJato sarà trasferito in un bene confiscato alla Mafia.

Va inoltre ricordato che il Progetto Centro Antiviolenza ADID è stato finanziato dalla Provincia Regionale di Palermo - Dipartimento politiche sociali.
Cogliamo l'occasione, pertanto, di ringraziare a nome dell'Associazione:

Il Presidente della Provincia Regionale di Palermo - Giovanni Avanti
Il Direttore delle Politiche Sociali della Provincia Regionale di Palermo - Dott. Massimo Rizzuto
Il Consigliere della Provincia Regionale di Palermo - Dr. Antonio Angelo.

Importante rammentare che presso il Comune di Borgetto con fondi comunali è stato istituito lo "Sportello Antiviolenza Donna" grazie all'impegno e alla sensibilità dell'Assessore alla Solidarietà Sociale Vito Riina e del Sindaco Giuseppe Davì. Come avete sentito lo stesso "Sportello Antiviolenza donna" sarà trasferito in un altro bene confiscato alla Mafia del comune.

Tutto questo ha un sapore autentico di un impegno che va al di là del colore politico e si pone come pietra miliare nella creazione di una rete antiviolenza che manca sul nostro territorio.

Ringraziamo per la loro presenza e per aver portato la loro testimonianza viva e vera del percorso di rinascita che hanno fatto con noi in questi anni le utenti:

La Sig.ra Saveria Leto;
La Sig.ra Mariella Musso;
La Sig.ra Elisa Brusca;
La Sig.ra Greta Contino.

Le loro Parole hanno, più di ogni altra cosa, fatto comprendere a tutti quanto sia stato, è e sarà importante il nostro lavoro sul territorio.
Un plauso e un profondo ringraziamento va all'opera del Sindacato di Polizia SIAP che, mediante gli interventi della Dott.sa Edvige Pastorelli e del Dott. Luigi Lombardo ci hanno fatto conoscere il lavoro che loro svolgono sul territorio di Palermo.

Ringraziamo infine:

La Sociologa del dipartimento di salute mentale del Comune di Partinico
Dott.ssa Rossella Caleca

Il servizi sociali del comune di Partinico
Dott.ssa Angela Puccio, Dirigente del Settore Servizi sociali
L’Assistente sociale Dott.ssa Salva Polizzi, e la Dott.ssa Renate

L’Assistente sociale del Comune di Borgetto
Dott.ssa Mariella Intravaia che in tutti questi anni è sempre stata al nostro fianco ed è uno dei nostri punti di riferimento.

mercoledì 6 luglio 2011

Violenza sessuale su una suora - Condannato Padre Fedele


La sentenza del tribunale di Cosenza. Nove anni e tre mesi di carcere all'ex frate cappuccino. I pm ne avevano chiesti otto. Il religioso reagisce urlando: "Vergognatevi tutti, avete infangato un sacerdote onesto". Sei anni e tre mesi al suo segretario, Antonio Gaudio

COSENZA - Nove anni e tre mesi di reclusione: è questa la condanna inflitta dal tribunale di Cosenza a padre Fedele Bisceglia, giudicato colpevole di violenza sessuale su una suora. Il tribunale ha condannato anche il segretario, Antonio Gaudio a sei anni e tre mesi per lo stesso reato. I pubblici ministeri Adriano Del Bene e Salvatore De Maio avevano chiesto una condanna ad otto anni di carcere per Bisceglia e a sei anni per Gaudio.

Lo sfogo. "Vergognatevi tutti, magistrati, suore e preti, perché è stato condannato un innocente - ha urlato l'ex religioso dopo la lettura della sentenza - Avete infangato un sacerdote onesto. E' la pagina più dolorosa mai scritta dalla magistratura di Cosenza". "Pentitevi", ha aggiunto all'uscita dal tribunale rivolgendosi alle suore dell'ordine a cui appartiene la vittima, anch'esse presenti al processo. L'ex frate ha continuato inoltre a chiedere l'intervento dell'arcivescovo di Cosenza monsignor Salvatore Nunnari.

Le suore: "Sollievo". La decisione dei giudici è stata accolta con molta soddisfazione dalle suore Francescane dei Poveri, secondo cui la sentenza "rappresenta un grande sollievo per la nostra sorella e tutte le donne immigrate coinvolte come vittime in questa triste vicenda". "E' stata un'esperienza molto dura - prosegue il comunicato - e ciò che ha sostenuto la nostra consorella e tutte noi è stata la fede e anche la fedeltà alla nostra identità di suore Francescane dei poveri. Siamo infatti chiamate ad ascoltare il grido dei più vulnerabili e la nostra suora ha trovato il coraggio di denunciare, proprio a sostegno delle altre donne, che si trovavano nella stessa situazione di abuso". "La ringraziamo - conclude la nota - per questo e per aver aperto ancora di più gli occhi e il cuore sulla drammatica situazione in cui versano tante donne vittime di violenze di ogni genere".

La vicenda. L'ex frate cappuccino, fondatore dell'Oasi dei poveri, finì in carcere il 23 gennaio 2006 per i cinque stupri denunciati dalla suora che operava nella struttura di accoglienza. La donna riferì di essere stata costretta ad assumere dei farmaci, che l'avrebbero resa completamente succube dei suoi violentatori. L'accusa ha incentrato il processo sull'esuberante personalità dell'ex frate missionario, noto per la sua passione calcistica, da vero ultrà, per la squadra del Cosenza e per avere convertito una pornostar, mentre la difesa ha puntato sulla mancanza di prove consistenti che confermassero le violenze.

Fonte: Repubblica.it
06 luglio 2011


mercoledì 29 giugno 2011

Testimonianza dal Forum Antiviolenza A.D.I.D.

Quella che seguirà è la testimonianza che l'8 luglio sarà letta al convegno: "Al di là delle mura domestiche non sei sola".

Volevo ringraziare a nome di tutta l'Associazione Fidelis Onlus Veronica che ha deciso di condividere con tutti la sua storia, il suo percorso di vita e la sua rinascita.




Tortorici Gaetano
Presidente Associazione Fidelis Onlus

domenica 26 giugno 2011

Pesaro, violenza di gruppo su una 15enne. Si cercano tre minorenni



Una quindicenne è stata violentata nella notte fra il 25 e il 26 giugno sulla spiaggia di Fano (Pesaro e Urbino), mentre la città festeggiava, dopo la mezzanotte, la Notte bianca nella zona del Lido.
Sulla violenza stanno indagando i carabinieri, che sono alla ricerca di tre ragazzi, forse anche loro minorenni, responsabili della violenza confermata dai medici del pronto soccorso, che hanno visitato la ragazzina. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, la quindicenne era in compagnia di alcune amiche e, insieme, avrebbero conosciuto tre ragazzi durante la serata; sembra che questi l'abbiano strattonata per un braccio per trascinarla via verso la spiaggia, dalla quale è tornata in evidente stato di choc per ritrovare le amiche. I carabinieri sono alla ricerca anche di eventuali testimoni dell'episodio.

Aggressione fra le cabine della spiaggia

Secondo i primi elementi emersi, i tre ragazzi sarebbero stati alticci, mentre la quindicenne era sobria. Dopo avere fatto conoscenza il gruppo avrebbe cominciato a camminare sul lungomare e la ragazzina, anche lei italiana, sarebbe rimasta indietro con i maschi, che ad un certo punto l'hanno trascinata sulla spiaggia, dietro ad alcune cabine, dove si è consumata la violenza.
NEL PIENO DEI FESTEGGIAMENTI. Le altre amiche non si sono accorte subito di quanto stava avvenendo e probabilmente hanno pensato che si trattasse solo di uno scherzo un po' pesante. L'aggressione, avvenuta poco prima di mezzanotte, è durata meno di mezz'ora, in un momento di grande confusione, mentre i festeggiamenti per la Notte bianca erano al culmine e c'era molta gente nella zona. A sporgere denuncia per violenza sessuale è stata la madre della minorenne.

NOTTE BIANCA BLINDATA. Per la Notte bianca fanese erano state mobilitate tutte le forze di polizia: oltre 100 operatori tra Polizia, Carabinieri, Guardia di finanza, Vigili urbani, personale dell'ufficio circondariale marittimo di Fano, volontari della protezione civile e unità cinofile della Polizia di Stato.
In dieci casi le forze di polizia sono intervenute per sedare delle liti prima che sfociassero in risse. Controllate 163 persone e 160 autovetture. Undici le patenti ritirate per guida in stato di ebbrezza. A un giovane con tasso alcolico di 1,58 grammi per litro è stata sequestrata l'auto.

La condanna delle autorità locali

«Questi fatti sono da condannare, non c'è bisogno di aggiungere altro», dicono in coro il sindaco di Fano Stefano Aguzzi e l'assessore al Turismo, eventi e manifestazioni Alberto Santorelli a proposito dell'episodio di violenza sessuale di gruppo denunciato da una quindicenne.
In una nota diffusa da Officina Nuova, che ha organizzato la Notte bianca fanese, gli amministratori esprimono vicinanza «alla ragazza vittima della violenza e a tutta la sua famiglia».

L'ossessione Anoressico-Bulimica diventa una performance


 
Decidere di mettersi in gioco. Dopo anni di un equilibrio precario, di mancanze, da una parte e di eccessi, dall’altra. Ha deciso di farlo Giovanna Lacedra, 33 anni, insegnante di storia dell’arte con il desiderio di fare l’artista, un desiderio mozzato dalla paura del giudizio degli altri. La stessa paura che c’è dietro alla sua vita di anoressica-bulimica, un percorso che dura da 14 anni, con un apice, o meglio con un tonfo nel 2005, anno al quale risalgono i suoi quaderni riempiti di parole, pensieri, stati d’animo, calorie, liste numeriche, pagine che hanno registrato quello che stava accadendo al suo corpo, ma soprattutto a lei stessa. Pagine che il 30 giugno saranno al centro di una performance dal titolo emblematico - IO SOTTRAGGO: La Triangolazione Cibo-Corpo-Peso, in scena alla Galleria Famiglia Margini di Milano.

FRAMMENTI DI UN DIARIO CHE URLAVA BISOGNO D’AMORE – “La performance parte dai quaderni che ho scritto nel 2005, nei tre-quattro mesi in cui sono scivolata”, racconta Giovanna Lacedra. “Nel giro di cinque-sei mesi sono passata da 53 a 39 kg (per 1m e 71 di altezza n.d.r), a cui è seguito un ricovero urgente in un ospedale milanese dove facevano una terapia di alimentazione forzata: sono uscita con una serie di chili in più e sicuramente il corpo aveva riacquistato vigore, ma l’anoressia e la bulimia non sono disturbi dell’appetito. Non ti passa il desiderio di mangiare, o nel caso della bulimia, la compulsione a divorare qualsiasi cosa. Le bulimiche non desiderano del cibo fine a se stesso: è un bisogno di riempirsi la bocca perché forse si vorrebbero dire delle cose che non ce la fai a dire, perché hai un vuoto dentro che non sai nominare, non lo sai gestire. E’ una malattia dei sentimenti: diventa il tuo modo di soffrire e di manifestare a te stessa e agli altri il tuo malessere. A mio parere, non esiste anoressia senza bulimia e viceversa, le due patologie coesistono. Il punto è non saper stare in equilibrio: c’è sempre una dicotomia tra lo zero e l’assoluto, o non mangio niente o se mangio, mangio qualsiasi cosa. La cosa che ancora mi dimostra che non sono libera dal sintomo è che non posso tenere in casa un pacco di merendine: le mangerei tutte e dieci, una dietro l’altra e poi il mio stato d’animo sarebbe completamente devastato, con un senso di colpa martellante”.


L'OSSESSIONE ANORESSICA –BULIMICA - Ho iniziato ad avere i primi disturbi del comportamento alimentare molto tempo fa, a vent’anni. Dal momento che questa patologia inquina gli aspetti della vita, ha bloccato la realizzazione di me stessa, io che vorrei fare l’artista so che questa patologia mi ha bloccato nel cercare di mettermi in gioco. E’ una malattia fatta di ossessioni: qualcosa che ti occupa la mente e ti distoglie da tutto il resto. Si nutre di tutti quegli aspetti che fanno parte dell’ipercontrollo, dei rituali quotidiani dei quali non riesci a liberarti, che ti accompagnano negli anni, a seconda del periodo, più feroci o più latenti”. Un disturbo che provoca solitudine: “Sono cose tue che non condividi con gli altri, che fai fatica a raccontare, dal controllo spasmodico del corpo al controllo delle calorie quando vai al supermercato”.


TRASFORMARE IN ARTE LA PATOLOGIA - Un’idea nata quando Lacedra ha conosciuto la gallerista Grace Zanotto che le ha proposto di rappresentare questo suo problema: “Mi blocca nel mio desiderio di dipingere, perché non mi sento libera di fronte alla tela, per la paura del giudizio degli altri. Metterò in scena quelle ossessioni che rendono il corpo il sintomo di un disagio che arreda la vita di un’anoressica o bulimica, ogni giorno, sottraendo tempo a quelle che poi sarebbero le cose vere da vivere. Alla base c’è il terrore del non riconoscimento perché da bambina non sono stata riconosciuta per il mio valore. Farò qualcosa di comunicativo a livello visivo: sarà esposto il mio diario ( che rimarrà in galleria fino al 7 luglio n.d.r.) le cui pagine sono state fotocopiate e disposte lungo le pareti dello spazio, una accanto all’altra in maniera progressiva, intervallate da foto proiettate su uno schermo al plasma, foto di me stessa di quando ero ridotta a scheletro, autoscatti fatti per il bisogno di controllare come stavo modificando il mio corpo, come lo stavo svuotando, come lo stavo scolpendo, quella che era diventata l’unica vera occupazione che mi toglieva tutte le energie, ma anche l’unico progetto che veramente riuscivo a portare a termine. Il mio viso compare solo in un paio di scatti, per lo più sono fotografati dettagli del mio corpo, una sorta di reportage dell’annullamento del corpo. Sarò io la protagonista: mi racconterò con i gesti e alla fine parlerò, il tutto su due brani tratti dall’album Ballate tra piccole iene degli Afterhours. So che prima di me hanno affrontato questo tema Fabiola De Clercq, fondatrice dell’ABA e autrice del libro autobiografico "Tutto il Pane del Mondo" nel 1990, e come artista Vanessa Beecroft, attraverso una performance negli anni ‘90 dove espose il suo “Libro del cibo” performato da ragazze che come lei frequentavano l'Accademia di Brera. Io metterò in gioco me stessa: il mio corpo di fronte allo specchio. Ci sarà inoltre una bilancia, un vasetto di yogurt e del cibo, si giocherà tutto tra questo triangolo: il cibo, il corpo riflesso nello specchio, il peso su una bilancia e il dolore che c’è sotto. Il mio obiettivo è dimostrare che queste ossessioni sono la manifestazione di un dolore molto più grave, dove il corpo diventa il bersaglio, l’ipercontrollo del corpo e del peso vuole essere un’ illusione di poter controllare i sentimenti, dimostrare di non aver fame d’amore fin quando non ce la si fa più a dire no e arriva un momento di follia in cui si divora il cibo”.

VALENZA TERAPEUTICA –Ho deciso che non mi importa tenere per me i miei panni sporchi, questo è un modo per fare arte, e un modo per mettere in evidenza aspetti che la gente non conosce, con una valenza terapeutica per me, grazie a una condivisione e a una sensibilizzazione sul problema. L’anoressia non è un capriccio, non è finalizzata solo all’estetica come molte persone pensano. Se mi dovessero accusare di esibizionismo direi che questa patologia è già una forma di esibizionismo: si vuole esibire il corpo perchè si vuole mostrare il dolore che altrimenti non si sa comunicare, si vuole essere invisibili per impressionare lo sguardo. Per me stessa è un modo per consegnare al mondo tutto quello che ha fatto parte di questi 14 anni che ho tenuto nascosto. E’ un modo per mettermi in gioco, per rielaborare, per fare un passo in avanti. Mi aspetto che risulti una performance di qualità perché si tratta di un argomento importante da approfondire attraverso l’arte, se questa può essere veicolo, come lo è la scrittura e la letteratura”.

MALATTIA DEI SENTIMENTI CHE COINVOLGE TUTTA LA FAMIGLIA – Il consiglio ai genitori che hanno una figlia o un figlio che ne soffre? “L’anoressia e/o la bulimia nascono da un bisogno d’amore che ha radici nella famiglia, nell’incapacità di relazionarsi. Devono cambiare anche le relazioni tra i genitori per evitare il rischio che la ragazza si porti dietro il problema per anni. Le giovani che sviluppano questo disturbo spesso da piccole sono state delle piccole adulte che si sono responsabilizzate in fretta, perfezioniste, convinte di non essere meritevoli e all’altezza delle situazioni, persone che non hanno ricevuto un’educazione affettiva, che magari è mancata agli stessi genitori. E’ l’amore il problema, l’amore non ricevuto, che non sai dare a te stessa, che non sai ricevere, che ti porta difficoltà ad avere relazioni con gli altri, sia amicali che sentimentali. Da qui nasce il costante bisogno di approvazione, la paura del rischio e il terrore dell’abbandono. E’ un percorso lungo e tortuoso da affrontare con uno psicoterapeuta che, nel caso di adolescenti, deve esser affrontato con i genitori, che siano insieme o separati , perché anche loro devono mettersi in discussione”, conclude Lacedra.

Una patologia dei sentimenti nella quale cercare di imparare ad usare la parola, recuperando la comunicazione interrotta è solo l’inizio.

IO SOTTRAGGO
(La Triangolazione Cibo-Corpo-Peso)


Performance by Giovanna Lacedra
30 giugno 2011 – ore 19.30
a Cura di Grace Zanotto:
Galleria Famiglia Margini
Via Simone D’Orsenigo, 6
20135 Milano

giovedì 23 giugno 2011

Un messaggio di sperenza dal Forum Antiviolenza



Salve a tutti,
non so se vi ricordate di me perchè sono passati due anni da quando piena di insicurezze e paure ho scritto qui in forum senza sapere nemmeno se era il posto giusto per me... adesso posso dire con certezza che lo è stato perchè è stato qui che per la prima volta ho trovato il coraggio di liberarmi di tutti i demoni del mio passato ed è stato qui che ho cominciato il cammino per diventare la ragazza che sono adesso.
Adesso sono una ragazza FELICE(incredibile, eh?),con un ragazzo splendido che mi ama(di un amore sano) e che amo, con una vita piena e soddisfacente, che insegue i suoi sogni finalmente LIBERA da tutte quelle catene che mi incatenavano al passato e onestamente non so se senza di voi ce l'avrei fatta ad uscire da quel tunnel buio.... non ci credevo che alla fine c'era la luce ed invece c'è ed è abbagliante e bellissima. Ho smesso di chiedermi "ma loro...? , e se loro..." e ho cominciato ad usare "Io", ho scoperto che è una specie di parola magica, che quando si comincia a concentrarsi su se stessi non se ne può più fare a meno e piano piano tante cose vanno a posto(quante volte su questo forum Gaetano me l'aveva detto).
Sto scrivendo questo post per voi, per ringraziarvi e ache per dirvi che il vostro tempo non è andato sprecato ma anche per tutte quelle donne che adesso stanno leggendo il forum protette dall'anonimato e che, come me due anni fa, non trovano il coraggio di scrivere le loro storie pensando di non meritarsi l'aiuto di nessuno o che nessuno crederà a ciò che dicono o che non sono nel posto giusto o che le loro sofferenze sono minori di altre che leggono qui in forum o hanno paura di affrontare il loro dolore o più probabilmente tutte queste cose insieme e chissà quante altre.... bè a queste donne io voglio dire che questo è il posto giusto in cui parlare delle vostre sofferenze con la certezza che sarete credute, aiutate, sostenute quando starete per cadere, spinte quando vi mancherà la forza di andare avanti.... queste sofferenze vanno affrontate per poterne uscire veramente e poter VIVERE davvero.... io l'ho fatto e non me ne sono pentita, adesso finalmente sono una persona libera e felice, che fa una vita degna di essere chiamata così.
Non abbiate paura le vostre vite vi aspettano e scrivendo qui farete il primo passo verso di loro... lo so che è difficile ma credetemi ne vale veramente la pena.

A tutti gli operatori del progetto, anche coloro che non ho avuto il piacere di conoscere dico grazie per tutto ciò che avete fatto per me e che fate ogni giorno per tante donne.
Io non dimenticherò mai la spinta che mi avete dato e che mi ha permesso di andare incontro alla felicità.

Grazie di cuore
Veronica   
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Carissima Veronica
Grazie per il messaggio di speranza.
Siamo tutti convinti che dalla violenza si può e si deve uscire.
Siamo qui per questo, per lavorare e lottare per le cose in cui crediamo e le vostre testimonianze sono la prova viva e reale di come una donna può andare oltre il proprio silenzio, rompere le catene del quotidiano vivere e rinasce a nuova vita...!!

Grazie per la testimonianza!



Associazione Fidelis Onlus
Presidente
Gaetano Tortorici

venerdì 17 giugno 2011

Arrestata Maryam Bahrman, attivista per i diritti delle donne iraniane



"L’Italia deve mobilitarsi immediatamente per chiedere il rilascio di Maryam Bahrman, attivista iraniana per i diritti delle donne e i diritti umani, tra le promotrici della campagna per "Un milione di firme per l’uguaglianza" che chiede la revisione delle leggi che discriminano le donne nella Repubblica Islamica d’Iran".

È l’appello lanciato da Daniela Colombo, presidente di AIDOS, Associazione italiana donne per lo sviluppo, alla notizia dell’arresto di Maryam Bahrman, avvenuto l’11 maggio a Shiraz, nella provincia di Fars, in Iran.
Ingegnere, impegnata per i diritti umani fin dai tempi dell’università, Maryam Bahrman è una delle più energiche e coraggiose attiviste per i diritti delle donne in Iran.
Su di lei pende l’accusa di "azione contro la sicurezza nazionale", motivata non solo dalla sua attività nell’ambito della campagna "One Million Signatures Campaign for Equality" a Shiraz, ma anche dalla sua partecipazione, nel marzo di quest’anno, alla CSW, Commission on the Status of Women (Commissione sulla condizione delle donne) delle Nazioni Unite, dove è stata ospite di un seminario parallelo organizzato da AIDOS con un intervento dedicato alle discriminazioni contro le donne nell’accesso alle nuove tecnologie informatiche.
"Dopo la mobilitazione per salvare dalla condanna a morte Sakineh, ancora più importante diventa levare le nostre voci a sostegno di Maryam Barman, una donna la cui unica colpa è quella di lottare per migliorare la condizione delle donne nel suo paese", afferma Daniela Colombo.


Cosa fare

In allegato trovate il file word "Lettere alle autorità iraniane" contenente il testo (in italiano e in inglese) di una lettera da inviare per posta copiando e incollando il testo sulla vostra carta intestata o su un foglio bianco.
L’invio per posta è necessario, poiché esperienze precedenti hanno dimostrato che gli indirizzi e-mail vengono chiusi quando sono in atto mobilitazioni a sostegno di attivisti/e arrestati/e come in questo caso.

1) La versione italiana va inviata a
Ambasciatore Seyed Mohammad Ali Hosseini
Ambasciata della Repubblica Islamica d’Iran in Italia
Via Nomentana 363
00162 Roma


2) La versione inglese va inviata ai seguenti 3 indirizzi:
Head of Fars Province Judiciary Intestare la lettera: Dear Sir
Mr Zabihollah Khodaiyan
Piroozi Street
Shiraz, Fars Province
Islamic Republic of Iran
Minister of IntelligenceIntestare la lettera: Your Excellency
Heydar Moslehi
Ministry of Information
Second Negarestan Street
Pasdaran Avenue
Tehran, Islamic Republic of Iran

Secretary General, High Council for Human Rights
Intestare la lettera: Dear Sir
Mohammad Javad Larijani
High Council for Human Rights
[Care of] Office of the Head of the Judiciary
Pasteur St., Vali Asr Ave. south of Serah-e Jomhouri
Tehran 1316814737, Islamic Republic of Iran


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Maryam Bahrman è stata arrestata l’11 maggio nella sua casa di Shiraz in Iran con l’accusa di “azione contro la sicurezza nazionale”, motivata non solo dalla sua attività nell’ambito della campagna “One Million Signatures Campaign for Equality” a Shiraz, ma anche dalla sua partecipazione, nel marzo di quest’anno, alla CSW, Commission on the Status of Women (Commissione sulla condizione delle donne) delle Nazioni Unite, dove è stata ospite di due seminari paralleli organizzati da AIDOS con un intervento dedicato alle discriminazioni contro le donne nell’accesso alle nuove tecnologie informatiche. Nelle sue richieste, la campagna “One Million Signatures Campaign for Equality” chiede la riforma delle leggi che discriminano contro le donne, in particolare il codice della femiglia, in base ai trattati e convenzioni sui diritti umani ratificati dall’Iran, in particolare il Patto sui diritti civili e politici e il Patto sui diritti economici, sociali e culturali, che prevedono entrambi che non possano esserci disparità di trattamento tra uomini e donne, e garantiscono inoltre la “libertà di espressione; tale diritto comprende la libertà di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee di ogni genere, senza riguardo a frontiere, oralmente, per iscritto, attraverso la stampa, in forma artistica o attraverso qualsiasi altro mezzo di sua scelta” (art. 19, Patto per i diritti civili e politici). Dall’11 maggio Maryam è detenuta nel Centro di Detenzione n° 100 a Shiraz ed è sotto interrogatorio. I suoi familiari l’hanno potuta vedere solo una volta mentre il suo avvocato non ha ancora avuto accesso ai documenti contenenti i capi di imputazione e non ha ancora potuto incontrarla.

Maryam è un ingegnere iraniano. Ha lavorato nel movimento dei diritti umani sin dai tempi dell’università, concentrandosi poi sui diritti delle donne. È una delle attiviste più impegnate; è entrata nell’Organizzazione delle donne farsi, divenendone poi Segretario Generale. Nel 2006, in Marocco, dà vita alla campagna One Million Signatures Campaign for Equality, con la richiesta, in particolare, di una riforma del Codice della famiglia. Nel marzo di quest’anno partecipa alla CSW, Commission on the Status of the Women (Commissione sulla condizione delle donne) delle Nazioni Unite

Naturalmente faccio nostro l'appello e invieremo anche noi la lettera/appello dell'Associazione AIDOS e lo rigiariamo a tutti i nostri amici, perchè ci sembra altremodo VERGOGNOSO che lo Stato dell'Iran, che oltretutto fa parte dell'ONU, e pertanto allineato ai principi dei diritti umani che la reggono, metta a tacere la voce di Maryam che ha lottato con coraggio contro le discriminazioni e per migliorare le condizioni delle donne e tutelare i loro diritti.


La nostra Lettera:




Scaricate la lettera e inviatela anche voi... Rimanere in silenzio è come essere complici!!!


Allegato: LETTERA

Associazione Fidelis Onlus
Presidente
Tortorici Gaetano





mercoledì 15 giugno 2011

Abusi su bimba, pediatra arrestato



CLAMOROSO. La polizia ha bloccato ieri mattina in flagranza un medico di base che stava visitando una piccola di tre anni nell'ambulatorio dell'asilo nido Cariolato. Gli agenti vedono in diretta, mediante una microtelecamera, le immagini choc e intervengono per bloccare il professionista

Vicenza - La polizia lo stava controllando con le microtelecamere. Quando gli ispettori hanno visto le immagini choc su quella bambina di tre anni hanno abbandonato i computer e sono corsi all'asilo nido per arrestarlo. In manette è così finito un pediatra, ed è la prima volta che succede in Italia con queste modalità. Il medico Domenico Mattiello, 64 anni, è stato arrestato per violenza sessuale aggravata su minore. Un'indagine, e una conclusione, clamorose.

L'INDAGINE - L'inchiesta degli investigatori del vicequestore Michele Marchese, coordinati dal pubblico ministero Barbara De Munari, era scattata qualche settimana fa. Qualche genitore si era rivolto in questura, alcuni insegnanti avevano allertato il dirigente del Comune di Vicenza che c'era qualcosa che non tornava nel comportamento di quel medico, e l'amministrazione aveva informato gli inquirenti. Il dottor Mattiello, residente in città in borgo Casale, con studio in viale della Pace e una lunga esperienza, aveva infatti un rapporto di collaborazione con alcuni fra asili nido e scuole materne per le visite degli allievi. I comportamenti sospetti sarebbero avvenuti a scuola; lì gli inquirenti avevano chiesto e ottenuto dal giudice Stefano Furlani di installare delle microtelecamere per comprendere come avvenissero quelle visite e cosa potesse accadere nello stanzino allestito ad ambulatorio.

IL BLITZ - In questi giorni, i poliziotti della seconda sezione della Mobile, con gli ispettori Roberto Minervini e Antonio Salamone, controllavano in diretta quanto avveniva durante le visite. Volevano comprendere cosa accadesse, sia perchè i genitori erano preoccupati, sia perchè i bimbi uscivano un po' turbati. Che un medico tocchi per scopi clinici i suoi pazienti è del tutto normale e poi Mattiello, una famiglia di medici, era un professionista stimato. Quello che hanno visto - per l'accusa sono abusi sessuali - li ha indotti a mollare le postazioni in questura e a correre a Bertesina, all'asilo nido Cariolato. Quando sono arrivati il medico era ancora lì. Lo hanno portato in ufficio e lo hanno sentito a lungo. Quindi le manette. È stato portato in carcere alle 21. Il pm gli ha imposto il differimento dei colloqui con il suo difensore.

GLI SVILUPPI - Se nella prima fase l'indagine era stata tenuta ovviamente molto riservata, anche per non far insospettire il medico, quella che è accaduto ieri mattina ha fatto precipitare gli eventi. I poliziotti - che ieri si sono stretti in un riserbo assoluto vista la delicatezza dell'operazione - hanno agito in flagranza per impedire ulteriori abusi su quella bimba, per impedire che venisse commesso il reato e per salvarla. Ma è evidente che stavano già indagando su altri episodi, quelli segnalati da insegnanti e genitori. Quanti bimbi avrebbe molestato il dottor Mattiello? Al momento è una domanda alla quale è impossibile rispondere, ma quello che è certo è che gli accertamenti si allargheranno a macchia d'olio. Il pediatra infatti opera in convenzione in due asili pubblici in città (anche quello del Villaggio del Sole), e in alcuni privati (come a Monticello Conte Otto). E inoltre ha decine e decine di piccoli pazienti nel suo studio privato, dove però di solito i piccini vengono accompagnati dai genitori. Ora i poliziotti sentiranno mamme e papà, per avere un quadro chiaro del comportamento dell'indagato, oltre alle educatrici delle strutture. In Italia nessun pediatra era stato mai arrestato in flagranza per abusi sessuali sui suoi piccoli pazienti.

LE REAZIONI - La notizia dell'arresto del dottor Mattiello ha scatenato la stessa reazione di una bomba nel quartiere dove vive e dove lavora, e fra le famiglie dei bambini che frequentano gli asili. Il medico è conosciuto anche per il suo impegno sindacale: è il referente vicentino e fa parte del consiglio regionale della Fimp, la Federazione italiana medici pediatri, e come detto la sua attività ha sempre incontrato il favore delle famiglie e dei colleghi, che ieri sera si sono detti basiti e in attesa di comprendere gli sviluppi dell'indagine. Fra un paio di giorni il medico sarà interrogato e potrà difendersi dalle accuse, fornendo la sua versione dei fatti. Le accuse che gli vengono mosse pesano come macigni, ma gli inquirenti prima di procedere hanno voluto riosservare quelle immagini più volte. Il timore è quello che quelle scene possano essere avvenute già in altre occasioni. Cosa succedeva in quel piccolo ambulatorio a scuola?

Diego Neri
Fonte: http://www.ilgiornaledivicenza.it

lunedì 13 giugno 2011

Convegno: Al di là delle mura domestiche non sei sola...



Il convegno che si terrà a Partinico l’8 Luglio 2011 presso il Palazzo dei Carmelitani, finanziato dalla Provincia Regionale di Palermo - Direzione Politiche Sociali, relativo alla presentazione del Centro antiviolenza A.D.I.D. - Aiuto donne in Difficoltà, sarà un’opportunità di riflessione vera sulle cicatrici che la violenza lascia non solo sul corpo ma anche nell’anima, per una volta saranno le donne a dare testimonianza di cosa significhi veramente vivere nella violenza, nella paura e nel silenzio.

Porteremo la testimonianza di chi, avendo rotto le catene del quotidiano vivere, ha detto “basta”, quel “basta” che ha aperto le porte ad una speranza fatta di libertà, dignità e rispetto, quel “basta” che è stato il primo gradino verso una profonda consapevolezza di ciò che significhi veramente essere donna nella società e madre/moglie all’interno del nucleo familiare.

Pertanto metteremo a tacere la nostra voce e daremo spazio a ciò che veramente conta per comprendere… il vissuto di una donna…!!!

Al convegno saranno presenti:

Il Presidente della Provincia Regionale di Palermo Giovanni Avanti
Il Direttore della Direzione Politiche Sociali della Provincia Regionale di Palermo, Dott. Massimo Rizzuto
Il Sindaco del Comune di Partinico Dott. Salvo lo Biundo
L'assessore alla Solidarietà Sociale del Comune di Partinico Dott. Giacomo Russo
Il Vicepresidente dell'U.R.P. Consigliere Provinciale Dott. Antonio Angelo

...e naturalmente gli operatori del Centro Antiviolenza ADID...


Presidente
Tortorici Gaetano

giovedì 9 giugno 2011

Dal Giornale di Sicilia...




A parte qualche inesattezza che voglio correggere.. Volevo allegare a tutti gli amici l'articolo del Giornale di Sicilia che pubblicizza l'apertura dello sportello antiviolenza...

Crediamo che sarebbe stato opportuno parlarne più ampiamente e non riservare un rettangolino in qualche parte del giornale, ma va bene lo stesso...

La nota importante è l'impegno che il Comune di Partinico ha assunto nei nostri riguardi nel consegnarci il Bene Confiscato alla mafia per poter potenziare e allargare il campo d'azione del Progetto Centro ADID...

L'associazione Fidelis Onlus non è di San Giuseppe Jato ma di San Cipirello e lo Sportello Antiviolenza è aperto il Lunedì, Mercoledì e Venerdì (supporto psico-pedagogico-legale in forum) dalle 15:00 alle 18.

Tanto era dovuto ai nostri lettori e amici!

martedì 7 giugno 2011

Nuova intimidazione alla redazione di Telejato




"A conclusione dell’edizione del telejato notizie di sabato scorso, come ogni giorno, ci siamo apprestati a lasciare i locali della redazione per raggiungere ognuno le proprie abitazioni, ma la nostra bramosia di riposo, dopo una estenuante giornata passata a ricercare le informazioni utili...
...per il nostro telegiornale per poi mandarle in onda, è stata turbata da un inquietante scoperta: vicino al posto dove era parcheggiata l’automobile del nostro direttore Pino Maniaci c’era la carcassa di un piccolo gatto con la testa completamente fracassata, a caldo non abbiamo dato grande importanza all’inquietante ritrovamento, e infatti trascorsi alcuni minuti a commiserare la triste fine del malcapitato animale, ognuno è tornato alle proprie abitazioni.
Purtroppo alla luce di una lettera anonima recapitata a mezzo del servizio postale stamattina alla nostra redazione, ci siamo resi conto che il povero felino con la testa fracassata non si trovava vicino all’automobile del nostro direttore per caso, ma probabilmente voleva essere un messaggio subliminale atto ad intimidire chi quotidianamente con un informazione puntuale cerca di cambiare le coscienze della gente del nostro comprensorio affinchè si possa debellare definitivamente il fenomeno mafioso che da sempre reprime il naturale sviluppo sociale economico e culturale del nostro territorio.
Per decenza non vi diamo lettura della missiva che ci è pervenuta, ma vogliamo rivolgerci agli autori del pesante manoscritto per informarli del fatto che non ci siamo lasciati intimidire neppure quando i conclamati mafiosetti paesani hanno avuto il coraggio di affrontarci a viso aperto, abbiamo arretrato di un solo passo rispetto alle nostre idee, ma, abbiamo continuato per la nostra strada denunciando sempre e comunque il malaffare d qualsiasi parte esso provenga, per cui, ci appare quasi impossibile che una missiva anonima, quindi scritta da balordi senza gli attributi che da autentici codardi si trincerano dietro l’anonimato, se questi avessero le palle per affrontarci a viso aperto o quantomeno firmando le lettere minatorie che invino all’indirizzo della nostra emittente forse potremmo dare loro la giusta considerazione, ma i vigliacchi e i codardi abili a tirare la pietra e nascondere la mano non meritano alcuna considerazione ne da parte nostra ne tantomeno da parte di quella cittadinanza che ha la nostra stessa voglia di riscatto.
In ogni caso abbiamo provveduto a consegnare la missiva nelle mani dei carabinieri della compagnia di Partinico, che eseguiranno le indagini nel tentativo di smascherare i balordi, vigliacchi e senza palle che cercano di intimidirci"

La redazione di Telejato

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Naturalmente va tutta la nostra solidarietà ad un telegiornale, ad un uomo e al suo staff che da sempre hanno difeso le loro idee nel pieno rispetto della libertà e della legalità, coerentemente e quotidianamente impegnati nel contrastare la mafia e tutelare la civiltà mediante la presenza determinata e non rassegnata dei cittadini siciliani.

Tortorici Gaetano
Presidente Associazione Fidelis Onlus

mercoledì 1 giugno 2011

Forum Antiviolenza ADID - Aiuto donne in difficoltà



Siamo tutti consapevoli di quanto sia necessario informare e formare, prevenire e contrastare.

La violenza di genere è certamente una piaga sociale che si alimenta del silenzio della vittima e dell'omertà di chi sa e tace.

Il silenzio è un dettaglio che, pertanto, non dobbiamo trascurare

"La comunicazione attraverso internet, informale, senza filtri e in prima persona, è il sistema più efficace e innovativo al momento disponibile: per raggiungere questi obiettivi lo strumento è uno solo e si chiama blog"

Informare per difendere i diritti delle donne, questo lo facciamo da tanti anni... dal lontano 2006, anno in cui abbiamo dato vita anche al nostro Forum Antiviolenza ADID - Aiuto donne in difficoltà.

ASCOLTARE, PARLARE E RELAZIONARSI...

Ma alle parole devono seguire i fatti e il Forum antiviolenza, di questo ne siamo consapevoli, non si sostituisce ai centri antiviolenza o sportelli di sostegno sul territorio, è solo il primo gradino di una lunga scalata o se vogliamo il primo passo verso una libertà tanto sperata e sognata.

Il forum antiviolenza è un modo per dare la parola alle donne sommerse e immerse nel loro silenzio, uno strumento che per anni si è rivelato di estrema utilità in quel percorso che vede la donna, nei primi passi, isolata, carica di sensi di colpa e abbandonata a se stessa... Il forum è un luogo di condivisione dove s'intrecciano storie e vissuti che hanno lo stesso amaro sapore, la stessa tragica quotidianità, e quasi sempre lo stesso iter.



Inserimento del Centro Antiviolenza ADID nella lista dei centri antiviolenza gestita dall'Associazione "Casa delle donne"



Come ci trovi: la mappa dei centri antiviolenza in Italia

"L'aumentata visibilità politica, istituzionale e culturale delle problematiche legate alla violenza contro le donne e, conseguentemente, il sorgere di tanti nuovi gruppi e associazioni di donne organizzate in centri antiviolenza hanno reso necessario creare un indirizzario nazionale, esigenza nata esattamente 20 anni fa.
A questo scopo la Casa delle donne per non subire violenza ha pubblicato nel 1991 una guida diffusa a livello nazionale Comecitrovi: guida ai luoghi contro la violenza in Italia, ripubblicata aggiornata nel 1996 in occasione del primo convegno nazionale delle Case delle donne e dei Centri Antiviolenza, tenutosi a Marina di Ravenna.
La terza edizione del Comecitrovi è del 2000 e ha ottenuto il riconoscimento del progetto culturale "Bologna 2000 Città Europea della Cultura" che ci ha permesso di creare un primo database per la ricerca dei Centri sul sito web.
Oggi per tramite di tecnologie informatiche più evolute e raffinate abbiamo progettato una mappa interattiva che offre maggiori possibilità esplorative e facilità di aggiornamenti dei dati relativi ai Centri. Abbiamo così offerto alle donne che subiscono violenza, alle istituzioni e alla cittadinanza un servizio che si è dimostrato utile anche nel favorire le relazioni politiche, professionali e culturali tra di noi."



martedì 31 maggio 2011

IL TUO 5xMILLE VOLTE NO CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE




Cari Amici anche quest’anno la legge finanziaria consente di destinare la quota del 5 per mille della tua imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), relative all’anno 2010, alle organizzazioni non-profit per sostenere le loro attività.
Con questo meccanismo puoi vincolare una quota delle tue imposte al sostegno di Enti come il nostro che svolgono attività socialmente rilevanti.

Il 5 per mille non è un’imposta aggiuntiva ma viene decurtato da quanto destinato allo Stato per devolverlo ad attività e progetti specifici (se non firmi, il 5x1000 non rimane comunque a te ma viene prelevato dallo Stato).

Apponendo la tua firma nel riquadro prescelto ed inserendo nei modelli per la dichiarazione dei redditi - CUD, 730 o Unico - il nostro codice fiscale 97202420820, comunicherai all’erario l’intenzione di devolvere il tuo contributo all'Associazione Fidelis Onlus

In base alla nuova formulazione del cinque per mille, questi sono i destinatari:

> Le organizzazioni non lucrative di utilità sociale,
> Le associazioni di promozione sociale,
> Le associazioni riconosciute che operano nei settori di cui l'articolo 10, c. 1, lett a), del D.Lgs n.460 del 1997;
> Gli enti di ricerca scientifica e universitaria;
> Gli enti di ricerca sanitaria;
> I comuni di residenza (sostegno alle attività sociali);
> Le associazioni sportive dilettantistiche riconosciute ai fini sportivi dal CONI a norma di legge;

COME FARE:

È davvero semplice:

compila il modulo 730, il CUD oppure il Modello Unico;
firma nel riquadro "Sostegno delle associazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale e delle associazioni riconosciute....."

indica il codice fiscale dell’Associazione Fidelis Onlus:

97202420820

Può destinare il 5x1000 anche chi non compila la dichiarazione dei redditi, ovvero la persone che hanno solo il modello CUD fornitogli dal datore di lavoro o dall'ente erogatore della pensione.
È sufficiente compilare la scheda e presentarla, in busta chiusa:

> allo sportello di un ufficio postale o a uno sportello bancario che provvederà a trasmetterle all'Amministrazione finanziaria (il servizio è gratuito)
oppure
> a un intermediario abilitato alla trasmissione telematica (commercialista, CAF, etc.) Quest'ultimo deve rilasciare, anche se non richiesta, una ricevuta, attestante l'impegno a trasmettere le scelte.

Sulla busta occorre scrivere: “scelta per la destinazione del cinque per mille dell'Irpef", e indicare cognome, nome e codice fiscale del contribuente”

RICORDA: Il 5 per mille non sostituisce l'8 per mille e non costa nulla al contribuente, ma è un modo per poter scegliere quali realtà sostenere con le imposte che paghi. Si tratta di imposte che sarebbero comunque dovute andare allo Stato. Scegliendo di destinare il 5 per mille si sceglie che cosa finanziare con una parte delle proprie tasse.


Partinico - Apertura Centro Antiviolenza ADID - Aiuto donne in difficoltà


 


L’Associazione Fidelis Onlus in collaborazione con la Provincia Regionale di Palermo – Direzione Politiche Sociali e il Comune di Partinico, sulla base di quanto stabilito dalla convezione stipulata dalle parti per la realizzazione del Progetto Centro Antiviolenza A.D.I.D – Aiuto donne in difficoltà, fa presente ai servizi sociali, nonché al personale psicopedagogico dei comuni del distretto socio-sanitario n° 41, che dal 01 Giugno 2011 sarà attivo nel Comune di Partinico, presso i locali dei Servizi Sociali – Viale Aldo Moro, 47, il CENTRO ANTIVIOLENZA AD.I.D. Aiuto donne in difficoltà.
 Il Progetto ADID nasce il 1° Marzo 2006 da un’attenta ed accurata indagine sul fenomeno della violenza sulla donna, consapevoli di intraprendere una strada non facile visto il senso di omertà radicato nella nostra società, che conduce le donne a tacere e subire un dolore crudele ed ingiusto. All’inizio non è stato facile far accettare ad una donna che subisce violenza la propria situazione ma piano piano, con tenacia e perseveranza, siamo riusciti a costruire una piccola ma efficace realtà grazie alla realizzazione di uno “Sportello di Accoglienza ed Ascolto Territoriale”, grazie a “momenti di informazione – formazione” realizzati all’interno delle scuole, grazie alla creazione di uno “Sportello virtuale Antiviolenza web” che, a livello nazionale, ci permette di accogliere e supportare donne di tutta l'Italia, e da la possibilità a chiunque di trovare informazione riguardo la tematica sulla violenza alla donna. Il Progetto A.D.I.D. scaturisce dalla presa di coscienza dell’aumento del fenomeno di violenza e dell’emergente bisogno di strutture e servizi che si facciamo carico delle vittime di tanta crudeltà, supportandole a 360° con un aiuto che sia non solo di natura giuridica bensì psico – socio – educativa e riabilitativa del dramma subito, rompendo un silenzio che significa frantumare positivamente un concetto di rapporto fatto di prevaricazione e maschilismo.
Oltre il silenzio vi sono sconfinate realtà fatte di abusi, violenze e incolmabili vuoti esistenziali.
Parlare di violenza si può e si deve ma contestualmente bisogna mettere in campo tutti gli strumenti possibili per contrastarla concretamente e attivamente.
Il fine del Progetto Centro Antiviolenza A.D.I.D. Aiuto donne in difficoltà è proprio quello di dare un’impulso alle azioni di contrasto sul distretto socio-santiario 41 e innescare nuovi strumenti informativi e formativi al fine di colmare quel vuoto di servizi presenti sul territorio e di prevenire il fenomeno della violenza contro le donne attraverso l’informazione e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica, dare assistenza psico-pedagogica-legale per le persone e i nuclei familiari che si trovano a vivere situazioni di maltrattamento, violenza fisica e sessuale, conflittualità di coppia.
Pensiamo che l'intervento delle Istituzioni e degli enti locali sia indispensabile nella lotta contro la violenza di genere, ecco perchè con l'occasione vogliamo ringraziare pubblicamente la Provincia Regionale di Palermo - Direzione Politche Sociali, il Presidente Giovanni Avanti, il Sindaco del Comune di Partinico Salvatore Lo Biundo e il Consigliere Provinciale Dr. Antonio Angelo per aver portato avanti con coraggio, costanza e impegno, insieme a noi, questa battaglia nella difesa della dignità della donna!